
Una delle problematiche muscolo-scheletriche che lamentano maggiormente i pazienti è la cervicalgia.
Oltre al dolore localizzato a livello del collo si possono avere disturbi anche a distanza come nausea, vertigini, giramenti di testa, perdita di equilibrio e acufeni.
Le possibili cause scatenanti il dolore al rachide cervicale possono essere:
-una postura scorretta durante le attività quotidiane come il lavorare al computer, stare tanto tempo al cellulare con il capo chino o a sedere con delle sedute non idonee;
-sforzi eccessivi o movimenti bruschi e rotazionali durante impegni sportivi;
-traumatismi di varia natura;
-colpo di frusta;
-sedentarietà e ipocinesia;
-problematiche a distanza con conseguenti compensi del rachide cervicale;
-problematiche del cingolo scapolo-omerale;
-problematica occlusali;
-problematiche visive;
-posizione errata durante il sonno dovute per lo più a cuscini non idonei.
Tuttavia in assenza di una fra queste cause elencate, ad esempio un traumatismo diretto oppure un’alterazione posturale evidente esistono dei collegamenti nervosi e fasciali molto interessanti che collegano il muscolo diaframma e alcuni organi sottostanti (stomaco, duodeno e colecisti in primis) al muscolo trapezio e alla regione cervicale tramite il nervo frenico che giustificherebbero alcune relazioni di causa-effetto fra problematiche viscerali e dolore cervicale.
Alcune fibre del frenico sono motorie per il muscolo diaframma e altre sensitive per il peritoneo e per la pleura corrispondenti alla parte centrale del diaframma.
Considerando un fegato ingrandito, evenienza comune anche in assenza di una patologia conclamata, i recettori presenti nel peritoneo che rivestono l’organo e nella capsula glissoniana, avranno un’attività superiore a quella normale, che aumenterà ulteriormente in condizioni di ulteriore distensione.
Stimoli aumentati per frequenza e per intensità potranno mettere “in facilitazione” i segmenti midollari da cui originano le radici del nervo frenico (C3 – C4 – C5) e quelli che ricevono le afferenze neurovegetative (da D7 a D10).
Questo avrà per conseguenza non solo dolori riferiti alla spalla destra (n. frenico), all’ area di iperestesia sul lato destro del corpo, tra D9 ed L1 (segmenti facilitati D7-D10), ma anche all’attività anomala di tutti i segmenti implicati da cui partiranno stimoli, sia somatici che viscerali, che potranno causare spasmi muscolari, fissazioni articolari, problemi vasomotori.
Questo spiega la cervicalgia da ipertono secondario riflesso nei pazienti con calcolosi della colecisti, steatosi marcata o cirrosi.
Inoltre, stress, cattiva alimentazione o eccessi alimentari, abuso di fumo alcolici e farmaci portano il proprio sistema gastrico a manifestare sintomi come la gastrite, il reflusso o l’ulcera.
Questi stati irritativi formano aderenze attorno alle terminazioni nervose che rivestono ed entrano nel tessuto gastrico, trasmettendo così questa alterazione lungo la catena neurologica sopra citata che porta il muscolo trapezio ad uno spasmo costante.
L’osteopata ricerca l’origine del disturbo del paziente e trovata la causa scatenante il problema, tramite tecniche adeguate muscolo-scheletriche, viscerali, cranio sacrali, riporterà le strutture in disfunzione nella loro fisiologia ridando equilibrio alla zona dolente.
Il trattamento osteopatico è in grado di ridurre l’intensità del dolore, agendo sulle strutture maggiormente interessate nello squilibrio del corpo andando a diminuire il processo infiammatorio che è alla base del dolore.
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